Correvano gli anni venti, siamo a Catania provincia siciliana, che nonostante si atteggiasse a città, era poco più di un sobborgo rispetto alle grandi metropoli internazionali. All’ombra dell’Elefante e dell’Etna, simboli della città, due adolescenti,
Giuseppina e Sebastiano, si guardavano da tempo tra un timido sorriso
ed uno sguardo abbassato.
Fino a quando, un giorno, Sebastiano decise di dichiararsi ufficialmente. Indossato il vestito della domenica, armato di coraggio, sceglie amorevolmente una rosa dal fioraio e si reca al negozio di dischi dove lavorava la giovane donna di cui si era infatuato. Lo sguardo di Giuseppina si sofferma al taschino della giacca, dal quale
vettano noncuranti due piccoli sigari.
L’incontro fu galeotto e da lì a poco Giuseppina e Sebastiano
si fidanzarono ufficialmente, fino a coronare il loro amore col matrimonio.
Ho sentito questo racconto innumerevoli volte: Giuseppina voleva stuzzicare amorevolmente il marito, dicendo che Sebastiano era stato tanto amorevole nell’offrirle una rosa, quanto incauto nel portare con sé i suoi sigari che avevano coperto, col loro sentore, il delicato profumo della rosa.
A quel punto Sebastiano controbatteva sempre dicendo che non era possibile, perché i sigari erano spenti ed inoltre lui aveva accuratamente scelto per lei la rosa più profumata!
A distanza di circa un secolo da quel fatidico incontro ho voluto donare un nuovo equilibrio ai due punti di vista dei miei nonni, per trovare l’accordo perfetto tra la rosa e il tabacco, tra la delicatezza dello spirito maschile di mio nonno e la femminilità senza fronzoli di mia nonna.
Credo che la canzone Amado Mio interpretata da Rita Hayworth nel film Gilda, nonostante lontana cronologicamente più di un decennio dal loro incontro, possa interpretare correttamen- te l’equilibrio tra la femminilità della rosa, la dolcezza rude del tabacco, l’innocenza maliziosa dell’incontro di due adolescenti, la sensualità sognante di una coppia nascente, la morbidezza confortante di un ricordo del passato che è stato unico e totalizzante, ma che
non tornerà mai più.
Amado Mio irrompe nell’aria con un accordo verde e fiorito in cui i toni scuri e liquorosi di una rosa rossa si intrecciano con la linfa delle sue foglie, ma anche con l’oscurità terrosa di un geranio dalle sfaccettature metalliche, fruttate e sotterranee. Già nelle note di testa il tabacco viene annunciato dal sentore aromatico ed ambrato della salvia sclarea, ma si esprime appieno nella dolcezza mielata del fondo in cui la fava tonka, l’elicriso e l’assoluta di grano conferiscono sentori golosi, agresti e profondi. Note legnose di cedro e vetiver conferiscono struttura al fondo che giace su un letto di note ambrate e muschiate, setose e fruttate.
Da un punto di vista tecnico ho cercato di costruire i due accordi fondamentali in maniera verticale, in modo da rendere l’idea di un vortice, quello dell’amore, che nel suo turbinio lascia sfuggire le caratteristiche delle due anime rendendole però inseparabili ed imprescindibili. Due anime disciolte ed instillate in un unico liquido, racchiuse in un corpo, quello di un flacone rosso come la fiamma dell’amore, ma trasparente come la sua purezza.
PIRAMIDE OLFATTIVA
NOTE DI TESTA:Note verdi, lavanda, lampone, salvia sclarea.
NOTE DI CUORE:Rosa, geranio, chiodo di garofano
NOTE DI FONDO:Tabacco mielato, legno di cedro, vetyver, elicriso, assoluta di grano, fava tonka, note ambrate e muschiate.